La Bella Notizia di Gesù secondo Marco (1,21-28)

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In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.


La Parola di Dio – ed è significativo che questo testo del Vangelo ci venga proposto la domenica successiva a quella della Parola – non è semplicemente da osservare con ammirazione, ma è una parola da vivere. Molte volte i fedeli apprezzano le omelie sulla base di un piacere meramente estetico, ma lo scopo della predicazione non può essere l’abilità retorica, sebbene anche quella possa essere a servizio della conversione che è il vero scopo dell’annuncio. Si racconta che un giorno un grande predicatore della cattedrale di Notre Dame, incuriosito dalla fama di San Giovanni Maria Vianney, si fosse recato nel piccolo villaggio di Ars. San Giovanni, imbarazzato per la visita di quell’illustre predicatore, disse timidamente: «mi hanno detto che quando lei predica a Notre Dame la gente per ascoltarla sale persino sui confessionali!». Ma l’illustre predicatore, avendo ormai compreso chi aveva davanti, rispose: «sì, ma quando predica lei vedo che la gente nei confessionali ci entra!». Il famoso predicatore di Notre Dame sapeva bene infatti che il vero scopo della predicazione è la conversione del cuore, non l’apprezzamento estetico dell’eloquio. È evidente allora che la Parola di Dio di questa domenica ci sta chiedendo quanto personalmente ci lasciamo toccare da essa, quanto siamo disposti a metterci in discussione e quanto siamo aperti alla conversione. Può darsi infatti che anche noi abbiamo trovato qualche strategia per non essere disturbati nel nostro quieto vivere. (G.Piccolo)

 





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