In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui
che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare
la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di
colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che
lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che
chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno».
La celebrazione di un giorno come quello di oggi ci porta a due pensieri: memoria e speranza. Memoria di coloro che ci hanno preceduto, che hanno trascorso la loro vita, che hanno concluso questa vita; memoria di tanta gente che ci ha fatto del bene: in famiglia, tra gli amici… E memoria anche di coloro che non sono riusciti a fare tanto bene, ma sono stati ricevuti nella memoria di Dio, nella misericordia di Dio. È il mistero della grande misericordia del Signore. E poi speranza. Quella di oggi è una memoria per guardare avanti, per guardare il nostro cammino, la nostra strada. Noi camminiamo verso un incontro, con il Signore e con tutti. E dobbiamo chiedere al Signore questa grazia della speranza: la speranza che mai delude mai; la
speranza, che è la virtù di tutti i giorni che ci porta avanti, ci aiuta a risolvere dei problemi e a cercarne le vie d’uscita. Ma sempre avanti, avanti. Quella speranza feconda, quella virtù...