Dentro quest’uomo, Gesù vede quello che realmente gli manca: quest’uomo desidera essere amato. E allora Gesù gli propone di cambiare modo di pensare: non si tratta di comprare una nuova ricetta, ma di vendere anche quelle che finora mi hanno distrutto la vita, non si tratta di avere un nuovo traguardo da raggiungere, ma di dare via anche quelli che finora mi hanno fatto vivere nell’ansia e nella frustrazione, non si tratta di pensare a cosa devo fare io, ma di seguire un altro, cioè di costruire una relazione, uscendo dal ripiegamento sul mio io. Non è facile. E infatti quest’uomo preferisce non decidere, preferisce tornare nell’anonimato, rimane un tale. Perché solo in una relazione facciamo l’esperienza di essere chiamati per nome, di essere riconosciuti. Fino a quando resteremo da soli, non sentiremo mai pronunciare il nostro nome! Se ne va triste, perché una vita anonima, in cui non si decide mai, è una vita triste. Anche i discepoli però sono sconcertati per quello che Gesù sta proponendo come via verso la felicità. È come se le parole di Gesù avessero improvvisamente fatto luce nella loro vita. Anche loro, che hanno seguito Gesù fino a quel momento, si rendono conto che in realtà non hanno mai lasciato le loro ricchezze. È proprio così: possiamo anche aver seguito il Signore, ma non aver tagliato con i nostri pesi. E infatti la sequela diventa faticosa. (…). Per questo Gesù propone anche ai discepoli di lasciare, perché...