Don Marco si congeda dalle tre comunità: I saluti

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Profumo di pane spezzato… Grazie di cuore!

03Tra un scatolone e l’altro, tra una borsa e l’altra, tra un campo scuola e l’altro in questa estate mi è capitata tra le mani una sportina di carta delle paoline. Dentro c’erano alcuni cartoncini realizzati in occasione della ordinazione sacerdotale il 24 maggio 2009… “avanzi messi via per qualche occasione” mi dicevo. E mi sa che l’occasione è arrivata.  Quel cartoncino riporta il particolare di un mosaico realizzato da padre Rupnik dal titolo Gesù spezza il pane sul costato e mostra il Risorto nel gesto di spezzare il pane eucaristico proprio sopra i segni della passione sopra il costato aperto. Mi colpì allora, e continua ad affascinarmi oggi, questa immagine, soprattutto se legata al ministero di un presbitero. Un prete nella chiesa ma anche nel mondo, anche per chi non crede o non sa se crede o no , è chiamato ad essere riflesso, continuazione di quel pane spezzato. È chiamato a cibarsi continuamente del Corpo di Cristo e ad offrirlo ai discepoli di ogni tempo. Prima di tutto con i sacramenti nei quali Cristo agisce in mezzo al suo popolo anche grazie alla disponibilità di un presbitero. Ma quel pane spezzato continua ad essere donato anche nel corpo spezzato e donato di chi segue Cristo. È qui che sento nel cuore una grande gratitudine per il ministero che Gesù e la chiesa hanno messo nelle mie mani; e nasce grande di riconoscenza per voi, amici delle comunità di Zero Branco, S. Alberto e Scandolara che per me e per i miei primi sei anni di prete siete stati l’occasione, il luogo, le comunità, il grembo, la famiglia nella quale iniziare a credere di più in Gesù da prete, spezzando il Suo corpo e il mio corpo per voi. In questa lunga e intensa estate, tra i monti della Liguria, le strade di Roma, le vette bellunesi, veronesi e vicentine, nei chilometri in macchina e in treno ho avuto modo di ascoltare e ascoltarmi, alla conclusione di questo tempo di servizio con voi. Vi assicuro che sono affiorati alla memoria del cuore tantissimi volti, tante storie condivise. Questi sei anni a Zero Branco e Sant’Alberto e tre anche a Scandolara sono stati il luogo della mia crescita, dei primi passi del mio ministero.  Dopo sei anni devo fare i conti con il tempo e riconoscere che il mio spezzarmi spesso è stato frenato dalla mia impreparazione, dalla paura di sbagliare, alla mia poca fede. Sono affiorati i volti e i nomi di persone e situazioni servite male dalle mie mani, dalle mie parole e dalle mie scelte, soprattutto all’inizio di questo tempo insieme. Ci sono situazioni nelle quali il tempo, la disorganizzazione e la pigrizia non mi hanno permesso di arrivare. Vi chiedo di perdonarmi.  Ma quello che rimane nel profondo del cuore è la gioia: la gioia di aver fatto strada insieme, di aver costruito insieme un po’ del Regno di Dio. La gioia di aver dimorato l’uno nel cuore degli altri e di aver percorso insieme anche pagine dolorose di molte famiglie, di molti ragazzi e giovani, di molti di voi. La gioia di aver provato a costruire la chiesa di Gesù nella concretezza della collaborazione tra parrocchie. La gioia di non sentirmi con voi e per voi un maestrino o un padrone ma un fratello e un compagno di strada. Vi ringrazio per le grandi testimonianze di fedeltà e di dedizione alla Chiesa e al territorio che molti di voi hanno offerto ai miei giovani anni di ministero.  Se posso, continuate a dedicarvi gli uni agli altri, anche come chiesa, come parrocchie, senza contare subito quello che è mio o è tuo… siamo tutti chiesa del Signore e fatelo a partire dalle famiglie: non misurate l’amore! Un grazie speciale lo rivolgo a Gesù per chi da vicino ha condiviso questi anni. Le consacrate delle nostre parrocchie, Suore Carmelitane e Cooperatrici Pastorali Diocesane e poi un grazie sincero alla piccola famiglia della canonica, fatta di tanti volti amici: i laici di casa in questa strana casa e i confratelli con i quali ho condiviso l’ingresso nel presbiterio Diocesano: don Daniele, don Mario Vanin e don Giuseppe prima e ora don Mario e don Renato ai quali va la mia riconoscenza e la mia stima.

Inizio ora una nuova avventura, lo studio presso la Pontificia Università Salesiana, con una specializzazione in Catechesi e annuncio del vangelo.  Per alcuni anni (5 al massimo) mi sarà chiesto di approfondire la riflessione per poi rientrare in Diocesi e continuare a servire la Chiesa di Treviso. Lo faccio con disponibilità ed entusiasmo consapevole che il tempo per la formazione non è mai un tempo sprecato. Lo farò portando nel cuore tanti volti che saranno per me occasione di preghiera. Vivrò presso il Pontificio Seminario Lombardo, con atri confratelli studenti… una bella sfida di comunione!

In quel cartoncino famoso (credo ci sia qualche copia ancora vagante) ho ritrovato una frase di Etty Hillesum che riporto: Ho spezzato il mio corpo come se fosse pane e l’ho distribuito agli uomini. Perché no? Erano così affamati e da tanto tempo… Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite. La promessa di una vita gioiosa, il vangelo la offre chiedendoci di spezzare sempre la vita per Gesù e per i fratelli… buona strada! 

  Don Marco

 

Il saluto a don Marco della comunità di S.Alberto

Il saluto a don Marco della comunità di Scandolara

Il saluto a don Marco della comunità di Zero Branco





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