Se persino la canzone più trasmessa in tutte le radio e con più di nove milioni di visualizzazioni sul web ripete “come posso io, non celebrarti vita”, è segno che in un mondo che nelle sceneggiature dà sempre più spazio alla distopia, non fa più nascere bambini e, a dar retta ai sondaggi, soffre di un vistoso calo di fiducia nel futuro, la vita rappresenta ancora quell’istinto primigenio che ci fa allargare i polmoni ogni mattina e cantare.

“Il Vangelo della vita è gioia per il mondo”, ci ricordano i vescovi nel messaggio del Consiglio permanente della Cei per la 40ª Giornata nazionale per la vita che si celebra come ogni anno la prima domenica di febbraio (quest’anno il 4). Un appuntamento prezioso per rafforzare e, in qualche caso, sviluppare quella sensibilità e attenzione alla promozione della bellezza della vita.

Il testo del messaggio parte con un’affermazione luminosa quanto impegnativa: “La gioia che il Vangelo della vita può testimoniare al mondo, è dono di Dio e compito affidato all’uomo; dono di Dio in quanto legato alla stessa rivelazione cristiana, compito poiché ne richiede la responsabilità”.

Quante parole potenti e dense di significato in questa frase che, parlando di vita e Vangelo, mette insieme la gioia, la testimonianza, il dono, la responsabilità. Di ciascuna di esse facciamo esperienza e le decliniamo nel nostro vivere e nell’accogliere la vita…(continua).